KARA

VUOTA

TE

MANO

VIA

STORIA DEL KARATE

Le origini del Karate risalgono a molti secoli fa ma, a causa della mancanza di fonti storiografiche attendibili, esistono diverse teorie a riguardo. Secondo una delle più accreditate, il Karate nacque nelle isole Ryukyu, un arcipelago situato nel sudest del Giappone fra l’isola di Kyushu e Taiwan.

La più importante di queste isole, abitate da millenni, è la ben nota Okinawa. Le isole ebbero sin dal 1372 stretti rapporti diplomatici con la Cina e proprio sulle arti marziali provenienti da questo paese asiatico si fonda il Karate.

Secondo le teorie più accreditate queste arti marziali cinesi fusero con una forma di combattimento preesistente, una sorta di arte segreta detta Okinawa-te (dove te significa “tecnica”, “arte”). A partire dal 1429 venne proibito l’uso delle armi e questo fattore determinò l’ascesa di un’arte marziale basata sul combattimento a mani nude.

Il primo maestro di questa nuova arte fu Kanga Sakugawa, signore di Okinawa (1733 – 1815) che per primo codificò le tecniche diffuse nel regno. Questa arte marziale era definita come “Mano Cinese” o “Mano Tang” (dal nome di una dinastia cinese). Nei secoli successivi furono molti gli stili che si diffusero, sia nelle isole Ryukyu che in Giappone, la cui storia è piuttosto complessa. Il Karate arrivò in Giappone agli inizi del ventesimo secolo, con l’annessione delle isole Ryukyu, e presto si diffuse in tutto il Paese.

Il nome “Karate”, ovvero “mano vuota”, venne coniato solo nel 1935 da un comitato che vedeva la partecipazione di maestri appartenenti ai diversi stili, e in quest’epoca di ascesa militare e forte nazionalismo soddisfò il bisogno di eliminare qualsiasi riferimento alla Cina dal nome della tecnica. La loro arte ebbe infine un nome, cui molti aggiungono il suffisso –do (che significa “via”, “strada”), ad indicare il complesso percorso di formazione (“La via della mano vuota”) che sta alla base di questa arte marziale.

Durante la seconda guerra mondiale i militari americani di stanza a Okinawa appresero il karate e contribuirono a diffonderlo in madrepatria; i film sulle arti marziali degli anni ’60 e ’70 fecero il resto, rendendo popolare in tutto il mondo il Karate.

Lo studio del Karate
Kihon – Allenamento dove s’impara una serie di movimenti: parate, affondi, colpi, calci ecc., che sono necessari a creare delle premesse psico-fisiche utili per l’esecuzione dei kata e nel kumite, per acquisire una forma corretta e stabile, che permetterà di produrre tecniche potenti, veloci e precise. In questo sistema si apprende a regolare il flusso bioenergetico, a coordinare respirazione e movimento, a perfezionare attività muscolare e articolare.

Kata – Significa letteralmente forma, matrice, tipo. È una sequenza fissa di gesti corporei, formalizzati e codificati, alla cui base vi è uno stato di spirito orientato alla realizzazione del do. Come nelle altre Vie giapponesi, per realizzare la forma perfetta, si cerca di sincronizzare le tecniche gestuali, con lo stato spirituale. Esteriormente è la simulazione di un combattimento reale, con tecniche d’attacco, di difesa e cambi di direzione, contro più avversari ed è stato codificato in diverse forme via via più difficili. La loro esecuzione avviene lungo un tracciato prestabilito embusen. Bellezza, potenza e ritmo dei kata dipendono da 3 elementi da esercitare:
– corretto impiego dell’energia
– corretta velocità dei movimenti lenti o rapidi
– estensione e contrazione del corpo

Nel karate tradizionale si contano almeno 40 kata originali, più alcune varianti, e la maggior parte comprende tra i 20 e i 60 movimenti. Non sono stati creati da un unico maestro, ma condensano e trasmettono l’esperienza accumulata in molte generazioni. Al kata viene tradizionalmente riconosciuto un significato esteriore, che è quello palese della forma, ma anche un segreto significato interiore che sembra vi venisse celato dai maestri.

Il Kumite

In italiano si può tradurre con “combattimento reale, applicazione in situazioni reali”; contrariamente a quanto si può pensare, il kumite sportivo e da palestra, è praticato sistematicamente da meno tempo del kihon; l’istitutore di questa pratica fu il maestro Yoshitaka Funakoshi, che avendo necessità di confrontarsi con altri stili di karate e con le arti del Budo giapponese, organizzò una serie di manifestazioni dove si seguivano regole prestabilite per determinare la reale abilità dei diversi praticanti che si sfidavano in forma pseudosportiva; oggigiorno l’allenamento e la competizione sportiva è quello che è rimasto delle antiche sfide e dei combattimenti che si eseguivano sui campi di battaglia o per le strade degli antichi imperi orientali, (indubbiamente più violenti e sanguinari di un qualsiasi incontro sportivo).
Esiste un altro luogo comune sulla pratica del kumite, cioè quella che la sua pratica deve essere fatta solo da karateka di una certa esperienza; niente di più sbagliato. Infatti esistono varie forme di kumite che devono essere allenate fin dai primi allenamenti, per passi successivi; esiste il Kihon Kumite (combattimento di base), che deve potenziare la tecnica portata con la massima rapidità, efficacia e precisione, inoltre chi è avvantaggiato deve sentire di portare una tecnica risolutiva con autocontrollo (fare capire all’avversario che è la propria volontà a non devastarlo e non l’inefficacia della tecnica portata).

Successivamente si può praticare il Ju Ippon Kumite (combattimento semilibero dichiarato), nel quale si deve migliorare la scelta della distanza (ne troppo lunga perché le tecniche non sono efficaci, ne troppo corta perché l’avversario è pericoloso) e del tempo in cui portare un attacco o una difesa con autocontrollo (è inutile sferrare una tecnica potentissima se l’avversario l’ha già prevista o è pronto a subirla).

Infine come completamento vi è Il Ju Kumite (combattimento libero), nel quale si affina la strategia e la tattica nel studiare l’avversario ed i sui momenti di debolezza in modo da portare tecniche controllate ma che risultino efficaci.

CHI SIAMO

A.S.D Kiakido Budokan settore karate nasce nel 2018 con la fusione con arte marziale Aikido della stessa associazione con il presidente Gori Nico e attuale Maestro di Aikido.
Con i loro Maestri hanno preso questa iniziativa nel valdarno per insegnare il karate nello stile Shotokan vista sia nel tradizionale che nello sportivo.La nostra associazione prevale l’intento di formare il karateka (atleta) sulla conoscenza della totale disciplina praticata.
ASD Kiaikido Budokan è attualmente iscritta al CONI e alla federazione CSEN e anche i loro insegnanti.

INSEGNANTI

Maestro Salvatore de Matteis 5 Dan – cintura nera – Shotokan esperto alla forma Kata e in combattimento kumite.
Durante il lungo insegnamento ha formato vari atleti i quali nelle varie gare hanno conquistato vari trofei.
De Matteis è anche esperto di difesa personale che viene fatta durante gli allenamenti per una sicurezza personale, inoltre è anche giudice di gara del settore agonistico karate.

Istruttore Paolo Mele 3 Dan – cintura nera.
Ha cominciato alle età di 12 anni con partecipazione a varie gare di kumite,  sempre stato agonista anche di kata e anche partecipato ai vari seminari formativi riconosciuti dal CONI.
Attualmente si dedica ai bambini e per una loro formazione ludica e propedeutica al karate e per i ragazzi alla loro crescita agonistica.

DOVE SIAMO

Le nostre lezioni di karate sono presso la palestra della scuola primaria Aronne Cavicchi di Figline e incisa V.no in via M.Cavicchi 14.

il Karate non è vincere, ma è l’idea di non perdere

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